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Terapia con Ferro per via endovenosa per ridurre le trasfusioni di sangue allogenico


È stata valutata l'efficacia e la sicurezza del Ferro per via endovenosa, concentrandosi principalmente sui suoi effetti sull’emoglobina, sui requisiti necessari per la trasfusione e sul rischio di infezione.

Una revisione sistematica e una meta-analisi di studi randomizzati controllati dal 1966 al 2013 ha preso in esame gli studi sull’assunzione di Ferro per via endovenosa rispetto a nessuna assunzione di Ferro o a Ferro per via orale.
Le principali misure di esito erano la variazione della concentrazione di emoglobina, il rischio della trasfusione allogenica di globuli rossi ( efficacia ) e il rischio di infezione ( sicurezza ).

72 studi che soddisfacevano i criteri di inclusione con 10.605 pazienti hanno fornito dati sugli esiti quantitativi per la meta-analisi.

Il Ferro per via endovenosa è stato associato a un aumento della concentrazione di emoglobina ( differenza standardizzata media 6.5 g/l ) e a un ridotto rischio della necessità di una trasfusione di globuli rossi ( risk ratio, RR=0.74 ), soprattutto quando il Ferro per via endovenosa è stato utilizzato con agenti stimolanti l’eritropoiesi ( ESA ) o in pazienti con una più bassa concentrazione plasmatica di ferritina al basale.

Non sono state osservate interazioni significative tra l'efficacia del Ferro endovenoso e il tipo o la dose somministrata.
Il Ferro per via endovenosa è stato, però, associato a un significativo aumento del rischio di infezione ( rischio relativo 1.33 ), rispetto all’integrazione con Ferro per via orale o a nessuna assunzione di Ferro.

In conclusione, la terapia con Ferro per via endovenosa è efficace per aumentare la concentrazione di emoglobina e ridurre il rischio di trasfusione allogenica di globuli rossi e potrebbe avere ampia applicabilità in una serie di ambiti acuti.
Questo potenziale beneficio è controbilanciato da un possibile aumento del rischio di infezione. ( Xagena2013 )

Litton E et al, BMJ 2013; 347: f4822

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